Fate un esercizio con la memoria. Siamo tra gli anni ’80 e ’90. Provate a ricordare quali file vi sia capitato di salvare in un floppy disk. Di fronte a voi si aprono schermate che sembravano proiettarvi direttamente nel futuro.
Tornate nel 2015. È il futuro. Pensate a quanti terabyte di foto, documenti importanti, email, lettere d’amore, video dei vostri figli avete salvato sugli hard disk dei pc che avete di fronte. Quei dischetti floppy, probabilmente, si trovano ora in una scatola impolverata sulla libreria, o in garage a fare compagnia a macchine andate in pensione per obsolescenza. Credete che ciò che avete di fronte possa durare per sempre? Oppure c’è la possibilità che tanti pezzi del vostro passato finiscano risucchiati da un buco nero? Il rischio c’è, a sentire Vint Cerf, vicepresidente di Google (qui l’articolo del Guardian)
C’è un modo per proteggersi, ed è anche piuttosto scontato. Ma è un gesto che negli ultimi anni non compiamo più in maniera tanto istintiva. Secondo Cerf, uno degli stratagemmi per non buttare via anni di storia, è: «Se ci sono foto a cui tenete molto, stampatele».
Abbiamo digitalizzato il passato, le nostre vite sono sempre più online. Eppure secondo Vint Cerf, l'"evangelista" digitale e vicepresidente Google, un giorno potremmo perdere tutto: foto, video, ogni tipo di documento digitale. Sembra un paradosso, nell'era di internet ossessionata dalla memoria.
rebubblica.it
Quando Google dice: "Se tenete a una foto, stampatela"
Questi giorni ha fatto discutere parecchio una dichiarazione di Vint Cerf, vice capo di Google, che ha detto:
“Se non si trova una soluzione, il Ventunesimo secolo sarà un enorme buco nero. Se avete una foto alla quale tenete davvero, stampatela”.
Una frase alla quale segue un concetto un po’ ampio ma altrettanto interessante:
“Prendete in mano un polveroso floppy disk riposto in qualche cassetto (io ce l’ho): le informazioni esistono all’interno di quel supporto che potrebbe apparire un pezzo di museo per i nativi digitali. Dati che però sono illeggibili con i moderni supporti. Andate un po’ oltre. E pensate a quanti oggetti digitali si potrebbero perdere nelle viscere dell’evoluzione tecnologica del prossimo secolo”.
clickblog.it
Ci aspettavamo il Alzheimer digitale
Dice bene Vint Cerf, uno dei papà di internet ed evangelista di Google. Perché lo dica, poi, è tutto da chiarire. Certo il rischio che ha paventato nel corso dell’incontro annuale della American association for the advancement of science è reale: “Se non si trova una soluzione il ventunesimo secolo sarà un enorme buco nero”.
Wired IT
Proprio in merito a ciò, Mr. Cerf ha invitato le persone a stampare foto e quant’altro di più caro che ci appartiene, perché il rischio di perdere tutto nel breve periodo e non lasciare un ricordo a chi verrà può sembrare irrisorio e lontano, ma è più attuale di quanto sembri.
ridble.com
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